Sulla necessità di illudersi che il libero arbitrio esista

Sulla necessità di illudersi che il libero arbitrio esista

A che serve indagare gli automatismi della volontà se il libero arbitrio è solo un’illusione e quindi non possiamo fare altro che obbedire a tali automatismi?

La risposta è che abbiamo bisogno di illuderci di possedere il libero arbitrio. Senza tale illusione la nostra vita, specialmente quella sociale, sarebbe insopportabile, e la nostra specie si estinguerebbe (per non parlare dei problemi giuridici, per cui nessuno sarebbe colpevole di alcunché). L’illusione del libero arbitrio è spontanea e non dobbiamo fare alcuno sforzo per illuderci. Lo sforzo dobbiamo farlo per disilluderci e questo sforzo dobbiamo farlo quando ci rendiamo conto che dobbiamo mettere in discussione il nostro comportamento in quanto erroneo, inefficace, inefficiente o controproducente in termini di soddisfazione dei nostri bisogni.

In altre parole nella vita pratica di tutti i giorni dobbiamo continuare a illuderci di essere “padroni in casa nostra”, ma quando facciamo introspezione o psicoterapia, dobbiamo capire i meccanismi che determinano il nostro comportamento, per cercare di modificarne gli “input” in modo da migliorare gli “output”.

Lo so che sembra assurda questa transizione reversibile tra illusione e disillusione, ma io credo che le cose stiano così, pur ammettendo che c’è qualcosa di misterioso e di incomprensibile in questo “gioco”.

Mi pare che quanto ho detto corrisponde al pensiero di William James (psicologo e filosofo pragmatista), che si è occupato molto del libero arbitrio, arrivando persino a difendere le religioni pur riconoscendone l’illusorietà.

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