Sulla paura del giudizio

Sulla paura del giudizio

Una delle paure più profonde e insidiose per la maggior parte degli esseri umani è la paura di essere giudicati. Essa viene inculcata nei bambini soprattutto dalla religione e dall’educazione genitoriale e scolastica. Il giudizio universale dell’Apocalisse è infatti quanto di più spaventoso e sadico sia contenuto nella Bibbia.

Essere giudicati negativamente significa, a livello inconscio, rischiare di perdere la dignità sociale, di essere puniti, emarginati, rifiutati, esclusi, cosa che per un animale sociale come l’Uomo, significa spesso, praticamente, la morte o comunque una condizione di vita miserabile.

Talmente forte è la paura inconscia del giudizio che molte persone organizzano la propria esistenza in modo tale da evitare il più possibile occasioni in cui possono essere giudicati, e persone giudicanti. Molte altre fanno il contrario: si preparano al giudizio cercando ossessivamente la perfezione e addirittura cercano il giudizio stesso sperando di poterlo superare positivamente.

La vergogna, la timidezza, l’inibizione, la paura di sbagliare, la paura di fare una brutta figura, sono tutte espressioni della paura del giudizio.

Se, da una parte, la paura del giudizio può indurre le persone a migliorarsi, essa produce danni incalcolabili in quanto limita la libertà e la vita della persone, che, per sfuggire a un giudizio dai risultati incerti e perciò rischioso, rinunciano ad esprimere la propria vera natura e a realizzare il loro potenziale. La paura del giudizio limita la creatività, il piacere del gioco e la comunicazione aperta, spontanea e creativa.

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