Trovo paradossale, per non dire assurdo, che parliamo così poco (e quel poco in modo così confuso) delle cose più importanti per noi esseri umani, cioè delle nostre motivazioni (bisogni, desideri, pulsioni ecc.) e del piacere e del dolore connessi con la loro soddisfazione e insoddisfazione, come se fossero temi su cui sappiamo già abbastanza e su cui non si può scoprire nulla di interessante oltre quanto già sappiamo (o crediamo di sapere).
La mia tesi (o ipotesi) è che ci sia una diffusa paura inconscia di analizzare tali aspetti fondamentali della natura umana, e questa paura è a mio avviso dovuta alla paura (anch’essa inconscia) di essere mal giudicati qualora emergessero le vere motivazioni che determinano il proprio comportamento.
Mi sembra evidente che l’uomo, almeno nella nostra cultura, non sia motivato a conoscere le proprie motivazioni né la loro causa, e questo fatto dovrebbe preoccuparci oltre che sorprenderci, per il semplice fatto che il comportamento di un essere umano, nel bene e nel male, è determinato in primo luogo dalle proprie motivazioni, e non è possibile migliorare la società se non si migliorano le motivazioni (per quanto siano modificabili) e se non si gestiscono in modo da soddisfarle il più possibile nel rispetto dei diritti umani, della giustizia, dell’etica e della salute.