L’idea di oziare per un certo periodo di tempo può essere per qualcuno (me compreso) fonte di angoscia. Perché? È forse il sintomo di una disfunzione o disturbo mentale? Cosa potrebbe succedere ad una persona che ozia per un ora o due? Nulla di male, a meno che egli non abbia qualcosa di urgente, di non dilazionabile, da fare.
Forse l’angoscia dell’ozio è dovuta ad un problema di identità, cioè di appartenenza. Infatti, se è vero che un essere umano è qualificato e valutato in base alle sue azioni, alle sue attività, al suo comportamento, allora l’ozio, l’inazione, potrebbe essere considerato (consciamente o inconsciamente) come una perdita di identità, di appartenenza a qualche categoria produttiva o socialmente rispettabile, o, peggio, l’assunzione di appartenenza alla categoria dei “fannulloni” e/o degli asociali. Infatti l’ozio, se non è praticato in compagnia, può essere considerato asociale, mentre se è praticato in compagnia non può essere considerato come ozio, ma come attività sociale.
Bisogna anche distinguere l’ozio dal riposo, dato che il riposo è generalmente meritato, rispettabile, necessario e sano.
Per concludere, invidio coloro che riescono a praticare l’ozio per qualche ora di seguito senza l’angoscia di sentirsi asociali, fannulloni o privi di un’identità rispettabile.
Io pratico l’ozio da sempre è un momento di vuoto apparente in cui accadono cose ,idee incontri.sono sempre sorpresa dal niente.
Grazie Anna Maria. Io ho intuito il potere rigenerativo dell’ozio e sto cercando, con una certa fatica, di praticarlo. È paradossale che uno debba faticare per riuscire ad oziare.