La scorsa notte ho sognato che mi ero iscritto, in locale pubblico, per fare una presentazione, di circa quattro ore, sulla natura umana. Più si avvicinava l’ora d’inizio, più ero pentito di aver preso quell’impegno. Avevo paura di non farcela, ma soprattutto dell’ostilità del pubblico che non avrebbe gradito sentirsi dire come è fatto, come funziona, i suoi difetti, i suoi errori, le sue illusioni, le sue menzogne, i suoi inganni e autoinganni, le sue mistificazioni, le sue nevrosi, le sue paure, i suoi bisogni, la sua stupidità, la sua viltà, i suoi limiti, le sue miserie, le sue colpe, i suoi doveri. Mi sono svegliato sollevato e contento che fosse solo un sogno, ma preoccupato per la mia latente tentazione di raccontare agli altri la mia visione della natura umana.