La vita psichica è basata sulla percezione e interiorizzazione della società con le sue forme, norme, valori, ruoli ecc. Per gli uomini primitivi del passato e di oggi esisteva ed esiste una sola società umana, e chi non ne fa parte è considerato non umano e perciò privo di qualsiasi diritto.
L’uomo di oggi si trova invece a confrontarsi con diverse società, oltre quella dei propri genitori ed ha, almeno in teoria, la possibilità di scegliere quella a cui appartenere, e di appartenere, allo stesso tempo o alternativamente, a più società diverse tra loro. Questa multisocialità o transocialità è favorita dal multilinguismo e dai mezzi di comunicazione avanzati.
La scelta della società a cui appartenere (in modo permanente o temporaneo) è spesso difficile, emotivamente e razionalmente conflittuale, e può restare incompiuta dando luogo a disagi e disturbi mentali tra cui lo stress, la depressione, l’immobilismo e la schizofrenia. Infatti, siccome la partecipazione ad una società richiede l’assunzione di uno o più ruoli da essa predefiniti, questi possono essere validi in una società e non in un’altra e una persona può facilmente essere confusa e indecisa riguardo ai ruoli che vuole e può assumere.
In un lontano futuro, credo che i nostri discendenti, se la specie umana non si sarà estinta prima a causa dei conflitti intersociali, vivranno in una società unica e universale, a livello planetario, ma nel frattempo siamo costretti a vivere nella confusione e nell’incertezza delle appartenenze e dei ruoli.