Ogni essere vivente è caratterizzato da un particolare complesso di bisogni più o meno soddisfatti, e, nelle specie senzienti, da sentimenti che esprimono le relative soddisfazioni e insoddisfazioni.
Noi umani associamo i nostri sentimenti a particolari idee, forme, cose o persone verso cui proviamo attrazione o repulsione, spesso senza sapere perché, cioè senza conoscere i bisogni da cui i nostri sentimenti derivano.
Ne consegue che spesso inseguiamo ciò che associamo ai nostri sentimenti piuttosto che cercare di soddisfare in modo razionale i bisogni da cui i nostri sentimenti derivano.
Noi tendiamo inoltre a confondere i mezzi con i fini, cioè a considerare certi mezzi come fini (per esempio il denaro). Di conseguenza sviluppiamo bisogni (secondari) per cose che sono solo mezzi per soddisfare dei bisogni primari, dimenticando quali siano i bisogni primari stessi.
Può succedere infatti che ciò che in una certa situazione costituiva un mezzo efficace per soddisfare un certo bisogno primario, in un’altra situazione non sia più efficace in tal senso. Se fossimo consapevoli del fatto che quel mezzo era solo un mezzo e non un fine (cioè che non ha un valore in se stesso), potremmo sostituirlo con un altro più adeguato, ma se abbiamo dimenticato quale era il bisogno che quel mezzo ci permetteva di soddisfare, quel bisogno rimarrà probabilmente insoddisfatto e continueremo a perseguire un mezzo diventato inutile o controproducente.