Ogni umano è giudice e imputato e ogni giorno è il giorno del giudizio.
Denunciare comportamenti immorali è un dovere morale.
Se vogliamo un futuro migliore, dobbiamo giudicare il presente.
Il giudizio morale è la base dell’etica, non giudicare è amorale e a volte immorale.
Chi non giudica assolve, chi assolve ha giudicato. Non si può non giudicare.
Non si comprende ciò che si disprezza, e si disprezza ciò che non si comprende.
Con l’aumentare delle nostre conoscenze diminuisce la nostra certezza di giudizio.
Si può scegliere di non giudicare, ma giudicare male qualcuno perché giudica è assurdo.
Non dobbiamo sospendere il giudizio, dobbiamo ampliarlo per includere interessi e punti di vista diversi.
La sospensione del giudizio morale è pericolosa perché potrebbe indurci a comportarci in modo immorale.
Quanto parliamo male di qualcuno è sottinteso che noi siamo migliori, e questo ci gratifica e ci promuove.
Una persona non ci è antipatica perché ha dei difetti, ma troviamo in essa dei difetti perché ci è antipatica.
Ogni umano è giudice, imputato e testimone allo stesso tempo, e ciascuno di questi ruoli implica una responsabilità.
Ognuno giudica gli altri, consciamente o inconsciamente. Non si può non giudicare, dobbiamo cercare di giudicare meglio.
Dobbiamo giudicare meglio, non giudicare meno. Astenersi abitualmente dal giudizio è immorale perché la morale si esercita attraverso il giudizio.
La paura di essere giudicati può condurre ad un comportamento rigidamente moralista o, al contrario, ad un totale relativismo morale, ovvero ad una morale fai-da-te.
L’astensione dal giudizio, più che essere una virtù e un segno di saggezza, potrebbe nascondere una strategia per evitare lo stress del giudizio, ovvero la paura che il proprio giudizio venga mal giudicato.
Il giudizio va sospeso quando non ci sono prove sufficienti per giudicare Una sospensione sistematica e incondizionata del giudizio è immorale in quanto l’etica è fondata sul giudizio.