Tra i bisogni umani ce n’è uno tanto diffuso quanto mistificato o ignorato. È ciò che possiamo chiamare “bisogno di potere sociale”, intendendo con questo termine il bisogno di poter influenzare il più possibile (nei limiti delle proprie capacità) gli altri a fare e/o a pensare ciò che si desidera che essi facciano e/o pensino.
Lo si potrebbe anche chiamare “bisogno di riconoscimento”, o “bisogno di rispetto” , o “bisogno di contare socialmente”, cioè di incidere nella società, ovvero di partecipare effettivamente alla formazione e alla guida della comunità, sia in senso culturale che economico, politico e pratico. In altre parole si tratta del bisogno di contribuire effettivamente alle scelte e alle decisioni su ciò che insieme ad altri si dovrebbe fare e ciò che non si dovrebbe fare.
Questo bisogno è problematico in quanto dà facilmente luogo ad una competizione per il potere, ovvero per l’influenza sociale, e può essere causa di una dolorosa frustrazione per quelle persone che non vedono riconosciuto il proprio “valore sociale” (ovvero la propria importanza o autorità nella comunità) specialmente se comparato al valore riconosciuto dalla comunità ad altre persone ritenute meno valide, cioè meno intelligenti, meno capaci, meno oneste, meno produttive, o comunque meno utili alla comunità stessa.
Il bisogno di potere sociale è per lo più inconscio, ma ciò non significa che non costituisca una delle motivazioni umane più potenti. Ebbene, io credo che sarebbe meglio prenderne coscienza e perseguire la sua soddisfazione in modo consapevole e razionale, riconoscendone la legittimità (in quanto fenomeno di origine genetica) sia per se stessi che per gli altri.