La condizione introversa

La condizione introversa

Ottima descrizione della condizione introversa tratta dal sito della LIDI (www.legaintroversi.it).

Caratteristiche specifiche del genotipo introverso

  • Un corredo di emozioni superiore alla media, associato ad un’intelligenza solitamente vivace e talora essa stessa superiore alla media.
  • Una sensibilità sociale che comporta l’intuizione immediata degli stati d’animo e delle aspettative altrui.
  • Un senso di pari dignità e di giustizia precoce, persistente e d’intensità spesso drammatica.
  • Un orientamento di tipo idealistico, che comporta il riferimento ad un mondo caratterizzato da rapporti interpersonali corretti e delicati.
  • Una vocazione sociale altamente selettiva, che, per realizzarsi, richiede un certo grado di affinità e di sintonia con l’altro.
  • Un’affettività molto intensa che tende a stabilire con il mondo (persone, natura, cultura, oggetti, animali) rapporti significativi e profondi.
  • Un orientamento incline alla riflessione, all’introspezione e alla fantasia più che all’azione.
  • Una predilezione per interessi intellettuali e creativi.
  • Un corredo di bisogni (d’appartenenza e d’individuazione) piuttosto ricco.

Elementi che sottendono il malessere degli introversi

  • Un vissuto persistente di inadeguatezza e di inferiorità, che talora arriva alla vergogna di essere come si è.
  • Un’avversione più o meno marcata (fino al limite della fobia) nei confronti della sensibilità emozionale.
  • Un sentimento di solitudine scarsamente rimediabile, che può esprimersi in una tendenza progressiva all’isolamento o a tentativi di socializzazione e di normalizzazione forzata, solitamente con scarso esito.
  • Una tendenza a confrontarsi ossessivamente con gli altri, che comporta spesso il paradosso di un’invidia intensa e, nel contempo, un atteggiamento interiore ipercritico nei loro confronti, di cui viene rilevata impietosamente la superficialità, la rozzezza, la scarsa sensibilità.
  • Una tendenza a ruminare sulle proprie problematiche, senza venirne a capo.
  • Un senso complessivo di un’esistenza faticosa, penosa, a volte dolorosa.

Lefgi il testo completo in Vademecum sull’introversione, di Luigi Anepeta

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