Oggi mi è venuta l’idea di un nuovo tema da affrontare, a cui ho dato il titolo provvisorio “Diritto/dovere, forme e conseguenze del giudicare”. E’ un tema tabù, politicamente scorretto, provocante e inquietante. Ha enormi implicazioni psicologiche oltre che filosofiche, sociologiche e politiche. Ha un posto centrale nella vita psichica anche quando si cerca di ignorarlo. Sottintende domande come le seguenti:
- Chi ha il diritto di giudicare, in quali contesti, con quali fini, modalità e limiti?
- Chi ha il dovere di giudicare, in quali contesti, con quali fini, modalità e limiti?
- In quali forme l’uomo giudica i propri simili?
- Quali sono i meccanismi psichici consci e inconsci, volontari e involontari, che intervengono nel giudicare gli altri e se stessi? Quali sono i possibili esiti, implicazioni e conseguenze dei giudizi?
- Come reagiscono coloro che sono, o si sentono, direttamente o indirettamente giudicati?