Riflettere significa farsi domande e rispondervi. Normalmente quando ci facciamo una domanda cerchiamo la risposta immediatamente. Questa arriva subito se si tratta di una domanda che ci siamo già fatti in passato e per cui esiste già una risposta nella nostra memoria conscia o inconscia. Se invece la domanda è nuova, la risposta potrebbe richiedere un’elaborazione più o meno lenta che coinvolga tutte le risorse mentali, specialmente quelle inconsce. Volere una risposta immediata ad una domanda nuova può dar luogo ad una risposta affrettata, sbagliata, incompleta, inutile, affetta da pregiudizi e bias (tendenze). In altre parole, potrebbe produrre una risposta vecchia ad una domanda che, sebbene nuova, viene assimilata ad una vecchia.
Detto questo, credo che se vogliamo che la nostra visione del mondo progredisca, si arricchisca e corrisponda sempre di più alla realtà, dovremmo sforzarci di farci domande nuove (anziché le solite), e non cercare risposte immediate, ma aspettare che la mente trovi le risposte migliori nei tempi richiesti dalla fisiologia del cervello.
Durante il sonno e l’attività onirica, nel cervello avvengono cambiamenti importanti. Il cervello elabora ed organizza le percezioni avvenute durante la veglia precedente (unitamente al materiale precedentemente accumulato) e costruisce nuove “risposte” a futuri stimoli, o rinforza, indebolisce o modifica risposte costruite in precedenza a stimoli già noti. Dato che le domande sono un particolare tipo di stimolo (intellettuale piuttosto che materiale), anche le risposte alle domande possono formarsi durante il sonno.
Per sfruttare la capacità del cervello di elaborare risposte durante il sonno, consiglio a tutti il seguente esercizio.
La sera, a letto, aspettando di addormentarci, facciamoci delle domande nuove ma non cerchiamo subito una risposta. Ripetiamoci le domande più volte finché il sonno non sopravviene. Probabilmente, svegliandoci al mattino, arriveranno le risposte.
Sarebbe come, adando a dormire, spedire al nostro inconscio una lettera con le domande, e, al risveglio, trovare la lettera con le risposte nella nostra cassetta postale interna.
Inoltre, quando riflettiamo durante la veglia, evitiamo di cercare risposte immediate. Definiamo nel modo più chiaro e profondo le nostre domande e facciamo una pausa tra la loro formulazione e la ricerca delle risposte. Se non vogliamo accontentarci di risposte affrettate e superficiali, diamo tempo al nostro inconscio di trovare le risposte, specialmente se si tratta di domande nuove.
CONCLUSIONE
Cambiamo modalità di riflessione: passiamo da quella sincrona (cioè con risposta immediata) a quella asincrona (cioè risposta ritardata).