Quando parliamo di utilità, riferendoci sia a cose che a persone, intendiamo normalmente (e giustamente) la capacità e la disponibilità (di una certa cosa o persona) di servire ad uno scopo, di soddisfare un bisogno o di recare un vantaggio, a favore di qualcuno.
Se ci si limita a una tale definizione, a mio avviso si trascura il fatto che una cosa o persona possa essere utile ad un’altra persona (il beneficiario) non solo o non tanto in quanto portatrice di vantaggi o servizi per il beneficiario, ma in quanto avente una certa funzione in un sistema (in senso ecologico e/o cibernetico) nel quale il beneficiario vive e di cui ha bisogno per vivere.
La funzione così intesa costituisce dunque un’utilità indiretta, la cui importanza potrebbe essere decisiva per il sistema e quindi per il bene del suo beneficiario o utente, specialmente quando il beneficiario o utente è parte del sistema stesso.
Questa riflessione, che nasce da una visione ecologica e sistemica della vita, della natura della società, dovrebbe indurci a ritenere utili tante cose che a prima vista non ci sembrano tali, solo perché non ci “servono” direttamente, ma lo sono in quanto hanno una funzione nel sistema da cui la nostra vita dipende.