Quando si pensa o si interagisce con enti esterni, lo si può fare a diversi livelli logici, ovvero di astrazione.
Il primo livello, quello più basso, riguarda l’effettiva soddisfazione di un bisogno o il tentativo di soddisfarlo, ovvero uno scambio concreto di energie, informazioni, oggetti, beni o sostanze, come, ad esempio, in un rapporto sessuale, di accudimento, in un servizio, un baratto o un’azione violenta.
Il secondo livello riguarda una prima astrazione dell’interazione con un certo interlocutore, ovvero una discussione sulle possibili transazioni, che può comportare la negoziazione di una particolare interazione.
Il terzo livello riguarda la relazione continuativa con una certa persona o entità, ovvero una tipologia di interazioni possibili con essa e il loro svolgimento nel tempo e nello spazio.
Il quarto livello riguarda una tipologia di relazioni con qualunque cosa, persona o entità concreta o astratta nell’universo, a qualunque livello di astrazione.
Ogni umano è caratterizzato dal livello logico massimo a cui è in grado di pensare e interagire. Tale livello può cambiare con l’educazione, l’esercizio della filosofia e le esperienze.
Quando si dialoga, è importante che gli interlocutori comunichino allo stesso livello logico, altrimenti è difficile che si comprendano.
Credo che questa riflessione, ispiratami dalla lettura di Gregory Bateson (“tipi logici”, “livelli di apprendimento” ecc.), appartenga, ovvero pertenga, al quarto livello logico.