Da sempre gli umani hanno cercato, spesso con successo, di programmare, manipolare, ingannare e illudere le menti di altri umani, adulti e bambini, a cominciare dai propri figli. Grazie a tale processo le civiltà umane sono evolute e arrivate fino a noi.
Il controllo mentale interpersonale viene praticato a vari livelli: individuale, di gruppo e di massa. Esso riguarda una certa conoscenza del cosmo, della natura, della società e della mente, ed è oggetto di ideologie religiose, politiche, commerciali, accademiche e culturali in senso lato.
Le programmazioni, le manipolazioni, gli inganni e le illusioni operate sulle menti altrui (nel bene e nel male) corrispondono a ciò che chiamiamo “insegnamenti”. Infatti, tali attività mirano a “formare” le menti umane (in generale o in certi dettagli), cioè a fare in modo che esse “vedano”, pensino e sentano in certi modi, tali da favorire gli interessi degli “insegnanti”, di loro clienti o collaboratori, della comunità e/o degli “in-segnati”.
Distinguere, negli insegnamenti ricevuti, quali parti giovino o nuocciano a quali persone, e quanto ci sia di fondato, di infondato e di falso, è spesso difficile. Ed è tanto più difficile quanto più l’insegnamento è precoce, dogmatico e autoritario, nel senso che include minacce esplicite o implicite di punizioni (immediate o ultraterrene) per coloro che mettono in dubbio gli insegnamenti ricevuti. D’altra parte, criticare ciò che crede la maggioranza della propria comunità comporta il rischio di essere emarginati dalla comunità stessa.
Compito della psicologia e della filosofia dovrebbe essere soprattutto quello di analizzare in senso critico gli insegnamenti che abbiamo ricevuto e che continuiamo a ricevere, e di proporne di nuovi esclusivamente a favore degli “utenti” e dell’umanità in generale.