La vita sociale richiede un certo grado di adattamento dell’individuo rispetto a coloro con cui esso ha bisogno di interagire e di cooperare per sopravvivere e per soddisfare i suoi desideri.
Io divido l’adattamento sociale in due tipi:
- adattamento reciproco: è quello che avviene tra due individui quando ognuno si adatta (in una certa misura) alle esigenze e ai desideri dell’altro;
- adattamento comune: è quello in cui due individui si adattano alle regole (obblighi e divieti) definite da un’autorità terza, come, ad esempio, un genitore o una comunità a cui sono entrambi sottomessi.
Quanto più forte è l’adattamento comune tra due individui, tanto più essi interagiscono secondo regole dettate dall’autorità (politica o culturale) a cui essi sono entrambi sottomessi, e tanto meno essi tendono ad attuare un adattamento reciproco liberamente negoziato e libero da condizionamenti esterni.
Un inconveniente dell’adattamento comune è che le regole che tale adattamento comporta non tengono generalmente conto delle differenze umane, per cui esso può dar luogo ad un disadattamento reciproco, nella misura in cui un individuo differisce dall’individuo generico considerato dall’autorità regolatrice.
Di conseguenza, quanto più una persona differisce dal modello generico di individuo, tanto più le conviene optare per adattamenti reciproci (personalizzati) rispetto ad altre persone, piuttosto che per un adattamento comune.
In sintesi, un adattamento reciproco (diverso per ogni coppia di individui) consente una cooperazione tra le persone coinvolte più soddisfacente, in quanto tiene maggiormente conto delle rispettive caratteristiche particolari.