Mentre negli esseri non viventi (per esempio macchine e computer) il cambiamento può avvenire per sostituzione di parti, in quelli viventi (e nell’uomo in particolare) il cambiamento non può avvenire che per estensione, ampliamento, aggiunta, arricchimento, accumulazione, ovvero per apprendimento e sviluppo di nuove funzioni, opzioni e strumenti, che si aggiungono a quelli precedenti, i quali possono nel tempo andare in disuso ma restano sempre presenti nella “cassetta degli attrezzi”, e ancora utilizzabili.
Infatti, la mente (specialmente quella umana) ha un istinto di conservazione che si oppone ad ogni cambiamento strutturale, mentre è predisposta all’apprendimento di nuove funzioni, purché non comportino l’eliminazione della struttura fisica e logica preesistente. Infatti l’identità di un essere umano non può cambiare nel senso di una sostituzione di parti, ma può solo estendersi, arricchirsi, aumentare di complessità.
Perciò, quando si parla di cambiamento di una persona o di una società non si dovrebbe intendere la sostituzione di una funzione con un’altra, ma la ricerca di nuove possibilità, nuovi strumenti, nuove opzioni di comportamento più adattive, convenienti e soddisfacenti per gli individui, in modo che essi siano auto-incentivati ad usare i nuovi strumenti anziché i vecchi, senza che questi debbano essere eliminati, anche perché non possono esserlo e restano sempre a disposizione nel caso le nuove opzioni si dimostrino meno efficaci o meno efficienti.
Di conseguenza, non ha senso chiederci in cosa vogliamo cambiare, ma dovremmo piuttosto chiederci quali caratteristiche, funzioni e capacità vogliamo aggiungere a quelle che già possediamo.