Sintesi del mio intervento in un caffè filosofico moderato da Federico Virgilio sul tema in oggetto
La convivenza umana è in parte regolata dai poteri politici e religiosi attraverso leggi scritte e non scritte (tra cui la legge del più forte) e attraverso comandamenti religiosi tesi a favorire o imporre una pace sociale e un reciproco rispetto nel quadro di gerarchie sociali.
La convivenza umana è anche autoregolata, nel senso che noi umani siamo interdipendenti, cioè non possiamo sopravvivere né soddisfare i nostri bisogni e desideri senza la cooperazione di altri umani, e per ottenere tale cooperazione dobbiamo comportarci in modi accettabili, anche perché c’è una certa libertà di scelta delle persone con cui cooperare e di quelle con cui non cooperare.
La domanda che dovremmo porci è dunque se i modi in cui la convivenza umana è stata fino ad oggi regolata nella nostra cultura e nel nostro stato sia migliorabile, e come, in termini di soddisfazione dei nostri bisogni e desideri.
La mia risposta è che la nostra convivenza è migliorabile attraverso una migliore conoscenza della natura umana, che ci faccia conoscere meglio i bisogni e i desideri nostri e altrui, distinguendo quelli sani da quelli insani, quelli costruttivi da quelli distruttivi, in modo da trovare i migliori compromessi tra la soddisfazione dei nostri bisogni e la soddisfazione di quelli altrui. Tali compromessi possano quindi riflettersi in leggi più efficaci e ispirarci nei nostri liberi rapporti interpersonali.
Cosa ostacola una migliore conoscenza dell’uomo e dei suoi bisogni? L’ignoranza e la mistificazione, a cominciare dalle religioni, che con le loro narrazioni non ci aiutano in tal senso, ma ci confondono. Oltre alle religioni siamo confusi da varie filosofie che non ci dicono le cose importanti che dovremmo sapere sull’uomo, e sono fuorvianti.
Per concludere, per regolare nel migliore dei modi la convivenza umana la filosofia più adatta, più realistica, è a mio parere quella che coniuga una visione sistemica della mente e della società con un approccio pragmatico. Tale filosofia dovrebbe costituirsi a partire da una ricerca sui bisogni umani e sulle dinamiche della psiche e dell’interazione sociale, dinamiche in cui l’interdipendenza gioca un ruolo fondamentale.