Desideri e poteri

Desideri e poteri

In questo articolo propongo una chiave di comprensione e di soluzione dei conflitti umani basata sui concetti di desiderio e di potere. Suppongo infatti che le interazioni competitive e cooperative tra gli esseri umani siano determinate dai loro desideri e dalle strategie da essi messe in atto per realizzarli, che possono richiedere l’uso di certi poteri dell’uomo sull’uomo.

Prima di argomentare la mia tesi, ritengo necessario osservare che nel pensiero comune, quando si parla di desiderio, s’intende generalmente la motivazione a ottenere un certo oggetto concreto o astratto (cosa o persona); a mio avviso, in realtà, ciò che si desidera è piuttosto una situazione di cui fa parte, oltre al soggetto, l’oggetto del desiderio, o questo costituisce un mezzo per ottenere la realizzazione della situazione stessa.

Inoltre, ritengo necessario considerare che, affinché le situazioni desiderate si avverino, può essere necessario il possesso di capacità che consentano di realizzare le situazioni stesse, ovvero un certo grado di potere, specialmente nel caso in cui la soddisfazione di un desiderio richieda la cooperazione di altre persone o la neutralizzazione di persone concorrenti.

Il potere è dunque strumentale alla realizzazione dei propri bisogni e desideri, e, in quanto tale, è esso stesso oggetto di desiderio.

Detto questo, possiamo azzardare la tesi per cui i problemi sociali, ovvero i problemi di convivenza e i conflitti tra umani, sono in realtà conflitti tra desideri antagonisti.

Due desideri possono essere tra loro conflittuali, o non conflittuali, e quelli non conflittuali possono essere condivisi o non condivisi.

Due desideri sono conflittuali (ovvero incompatibili, o antagonisti) quando la soddisfazione dell’uno impedisce la soddisfazione dell’altro.

Due persone possono condividere certi desideri, ovvero possono desiderare entrambe certe situazioni. Oppure possono desiderare situazioni diverse, ma compatibili, nel senso che la realizzazione dell’una non impedisce la realizzazione dell’altra.

A complicare le cose c’è il fatto che spesso il desiderio di una certa situazione si accompagna al desiderio che altre persone desiderino la stessa situazione. In altre parole, se ad esempio io desidero occupare una certa posizione gerarchica in un’organizzazione, al contempo desidero che anche gli altri desiderino che io occupi tale posizione. Se invece qualcuno desidera occupare quella posizione al posto mio, impedendomi quindi di occuparla, possiamo considerare conflittuale quel desiderio.

Possiamo a questo punto parlare di situazioni esclusive e di situazioni inclusive. Una situazione esclusiva è una situazione che può essere realizzata solo per una persona (in concorrenza con altre), mentre una situazione inclusiva può essere realizzata per un numero illimitato di persone, senza concorrenza.

Una situazione esclusiva comune è quella in cui una sola persona può assumere un certo ruolo, come, ad esempio, quello di capo di un’organizzazione o leader di un gruppo o di una coppia.

Per realizzare il desiderio di una situazione esclusiva (a proprio favore e a sfavore dei concorrenti) può essere necessario usare certi poteri o capacità sia per impedire ad altri di assumere il ruolo desiderato, sia per ottenere la collaborazione di altri per ottenere il ruolo stesso.

Per concludere, al fine di comprendere le dinamiche sociali conflittuali, conviene analizzare gli avvenimenti in termini di portatori di desideri, di situazioni desiderate più o meno esclusive o inclusive, e dell’esercizio di poteri sulle altre persone al fine di contrastare i concorrenti e di ottenere l’aiuto di alleati per realizzare le situazioni desiderate.

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