Sui conflitti tra spiritualisti e materialisti 

Sui conflitti tra spiritualisti e materialisti 

Secondo voi, perché spesso spiritualisti e materialisti si snobbano o si disprezzano reciprocamente? Che male fanno gli spiritualisti ai materialisti se i primi si limitano a credere che dopo la morte risusciteranno e saranno immortali e premiati con un soggiorno eterno in paradiso? Ovviamente nessuno. E che male fanno i materialisti agli spiritualisti se i primi si limitano a pensare che dopo la loro morte nulla resterà di loro se non degli atomi che si ricombineranno in altri modi? Ovviamente nessuno. E allora come spiegare l’ostilità tra le due categorie di persone?

Mi sono venute in mente tre ipotesi di risposta, che possono essere mutuamente esclusive o sommabili.

La prima ipotesi è che i membri di ciascuna categoria presumono di essere stati precedentemente snobbati o disprezzati da quelli dell’altra. In altre parole le due categorie si snobbano o si disprezzano reciprocamente per una sorta di reazione difensiva, in quanto attribuiscono all’altra il primo atteggiamento sprezzante.

La seconda ipotesi è più complessa ma forse più convincente.

Io suppongo infatti che il motivo dell’ostilità sia logico-razionale, sistemico, competitivo e inconscio, e cercherò di spiegarlo con un esempio. Prendiamo due persone A e B, che la pensano in modo opposto in tema di finitudine e di spiritualità. In A avviene questo “ragionamento inconscio”: se B avesse ragione e io torto, allora B sarebbe superiore a me intellettualmente e perciò B sarebbe titolato a occupare posti più alti rispetto al mio nella gerarchia della comunità. Questa prospettiva è sgradita ad A, che perciò si sforzerà di dimostrare di aver ragione e che B ha torto, per dedurre da ciò una propria supremazia intellettuale. Un ragionamento inconscio analogo a parti invertite avviene in B. Insomma ipotizzo che si tratti di una questione di competizione per “meritare” i posti più alti, più prestigiosi e di maggior potere nella gerarchia formale o informale della comunità.

Una terza ipotesi, ispirata dalla lettura di “Massa e potere” di Elias Canetti, è che i due gruppi rivali vedono ciascuno nell’altro un pericolo per la conservazione e l’integrità del proprio gruppo sociale (caratterizzato da una certa credenza e fondato su di essa), col rischio di restare orfani del gruppo stesso, isolati socialmente, e di frustrare in tal modo il proprio bisogno di appartenenza sociale.

Che ne dite di queste mie ipotesi?

 

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