(Traduzione del mio intervento al Café Philo Lyon il 14/9/2021 sul tema “Il tempo”.)
Sul tempo ci sarebbe da dire un’infinità di cose, perché il tempo non è un dettaglio del mondo, ma è uno degli elementi costitutivi della realtà e dell’esistenza, insieme con lo spazio, con l’energia, con la massa e con l’informazione, tutte cose tra loro indissolubilmente legate, nel senso che ognuna senza le altre non potrebbe esistere.
Tuttavia cercherò di parlare soprattutto di un particolare aspetto del tempo, che è quello psicologico, dove il passato, il presente e il futuro giocano ruoli ben precisi, e il passato, sebbene passato, come il futuro, sebbene non ancora avvenuto, giocano un ruolo attivo, in senso psicodinamico, nel presente.
Intendo dire che momento per momento siamo mossi non solo da ciò che percepiamo qui ed ora, ma anche dalla nostra memoria del passato e dall’immaginazione del futuro.
E’ per questa ragione che dovremmo prenderci cura non solo del presente, ma anche del passato e del futuro, nel senso che dovremmo assicurarci che la nostra idea del passato, così come la nostra immaginazione del futuro siano sane, corrette, equilibrate, realistiche, utili, produttive nel senso della soddisfazione dei bisogni e dei desideri nostri e altrui.
Molti libri e articoli di giornali ci consigliano, per diminuire lo stress e per essere più felici, di rallentare il ritmo della nostra vita moderna. Credo sia un buon consiglio da seguire nella gestione del proprio tempo libero, ma mi sembra difficile seguirlo negli ambienti di lavoro, dove il ritmo è imposto dal datore di lavoro, in quanto elemento di produttività e quindi di competitività.
Tuttavia, non credo che si possa decelerare a volontà, perché la velocità eccessiva della nostra vita è un sintomo, la conseguenza di una causa che andrebbe rimossa o gestita. Agire solo sul sintomo potrebbe rivelarsi controproducente o inefficace.
Se oggi viviamo molto più velocemente, più freneticamente, è anche perché la tecnologia ci offre molte più opzioni che in passato e vorremmo provarne il più possibile, temendo di perdere qualcosa di importante. E’ ciò che in inglese viene chiamato FOMO.
Il rimedio a questa vastissima scelta, mi pare, sia quello di concentrarsi su ciò che è più importante, dopo aver stabilito, e questo non è facile, cosa sia più importante. Per finire, direi che l’importante è capire cosa sia importante.