Suppongo che ogni essere vivente, compresi gli umani, sia un sistema (cioè una rete) di interattori, cioè un insieme di agenti che interagiscono tra loro e con l’ambiente esterno. Suppongo che l’io cosciente sia uno di questi. Suppongo inoltre che ogni agente sia a sua volta costituito da un certo numero di interattori di ordine inferiore, fino al livello cellulare e molecolare.
Suppongo che possa essere utile percepire noi stessi e gli altri non come entità indivisibili (individui) ma come insiemi di interattori di vario ordine, come ad esempio l’io e il me, che io chiamo metaforicamentte il genitore e il bambino. Credo che il concetto di individuo (che etimologicamnete significa non divisibile) non corrisponda alla realtà in quanto un essere umano, come ogni altro essere vivente, è in realtà costituito da insiemi di agenti, anche se essi, pur essendo dotati di vita propria e di autonomia, non possono sopravvivere separatamente, avendo bisogno l’uno degli altri.
Vedi anche Io sono due (due in uno), Il bambino in corpo (l’io e il me), I rapporti tra il mio me e i me altrui, Dimensioni della realtà e meditazione sinottica.