Procol Harum – A Whiter Shade of Pale, live in Denmark 2006

Procol Harum – A Whiter Shade of Pale, live in Denmark 2006

We skipped the light fandango
Turned cartwheels ‘cross the floor
I was feeling kinda seasick
But the crowd called out for more
The room was humming harder
As the ceiling flew away
When we called out for another drink
And the waiter brought a tray

And so it was that later
As the miller told his tale
That her face, at first just ghostly,
Turned a whiter shade of pale

She said, “There is no reason
And the truth is plain to see.”
But I wandered through my playing cards
And they would not let her be
One of sixteen vestal virgins
Who were leaving for the coast
And although my eyes were open wide
They might have just as well been closed

And so it was that later
As the miller told his tale
That her face, at first just ghostly,
Turned a whiter shade of pale

She said, “I’m here on a shore leave,”
Though we were miles at sea.
I pointed out this detail
And forced her to agree,
Saying, “You must be the mermaid
Who took King Neptune for a ride.”
And she smiled at me so sweetly
That my anger straightway died.

And so it was that later
As the miller told his tale
That her face, at first just ghostly,
Turned a whiter shade of pale

If music be the food of love
Then laughter is it’s queen
And likewise if behind is in front
Then dirt in truth is clean
My mouth by then like cardboard
Seemed to slip straight through my head
So we crash-dived straightway quickly
And attacked the ocean bed

And so it was that later
As the miller told his tale
That her face, at first just ghostly,
Turned a whiter shade of pale

TRADUZIONE DI BRUNO CANCELLIERI

Una sfumatura più bianca del pallore

Ignorammo il leggero Fandango
facemmo capriole per tutto il pavimento
avevo una specie di mal di mare
ma la folla chiedeva il bis
la stanza mormorava più forte
mentre il tetto volava via
quando chiedemmo un altro drink
e il cameriere portò un vassoio

E fu così che più tardi
quando il mugnaio ebbe raccontato la sua storia
che la sua faccia, all’inizio solo pallida come un fantasma,
assunse una sfumatura più bianca del pallore

Disse che non c’era ragione
e la verità è evidente
ma io vagavo tra le mie carte da gioco
e quelli non volevano che lei fosse
una delle sedici vergini vestali
che stavano partendo per la costa
e sebbene i miei occhi fossero spalancati
potevano benissimo anche essere stati chiusi

E fu così che più tardi
[…]

lei disse “Sono in licenza col permesso di scendere a terra”
sebbene fossimo ancora in alto mare
le ho fatto notare questo dettaglio
obbligandola a essere d’accordo.
dissi “Devi essere la sirena che portava in giro il Re Nettuno”
e lei mi sorrise così dolcemente
che la mia ira si spense immediatamente.

E fu così che più tardi
[…]

Se la musica fosse il cibo dell’amore
allora la risata sarebbe la sua regina
e ugualmente, se il dietro fosse davanti
allora la sporcizia nella verità sarebbe pulita
la mia bocca a quel punto, come cartone
sembrò scivolare dritta attraverso la mia testa
e così ci inabissammo rapidamente
attaccando il fondo dell’Oceano.

E fu così che più tardi
[…]

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