Il Dio del Vecchio Testamento è senza dubbio terrorista e genocida. Infatti, per costringere gli egizi a liberare gli ebrei, mandò un angelo ad uccidere tutti i primogeniti d’Egitto, tranne quelli ebrei, le cui case erano segnate col sangue dell’agnello sacrificale (questa è l’origine della Pasqua ebraica). Altro episodio di terrorismo genocida fu la distruzione di Sodoma e Gomorra, in cui perirono probabilmente più innocenti che “colpevoli”, per non parlare del diluvio universale e di altri eventi terrificanti. Il Vecchio Testamento è infatti cosparso di episodi in cui Dio si mostra apertamente irascibile, geloso degli altri dei, crudele e ingiusto, peggio dei peggiori dittatori e terrorisiti della storia.
Forse per evitare l’imbarazzante contraddizione tra l’idea di un Dio infinitamente buono e misericordioso e i testi sacri che la smentiscono, per molti cattolici di oggi, il Vecchio Testamento è considerato obsoleto, superato dal Nuovo Testamento, in cui appare un Dio buono nella figura del Cristo. Tuttavia si tratta di una supposizione non confermata né autorizzata dalla gerarchia vaticana, che considera ufficialmente il Nuovo Testamento il compimento del Vecchio, vera e tuttora valida parola di Dio, e parte integrante delle Sacre Scritture. In altre parole, il Padre resta il Padre e il Figlio non lo sostituisce anche se a volte lo rappresenta, intermedia o intercede presso di Lui. Possiamo solo presumere che il Padre, dopo la crocefissione, e proprio grazie ad essa, si sia un po’ calmato.
Che il Nuovo Testamento sia la continuazione e il compimento del Vecchio, del resto, è scritto anche nello stesso vangelo, in cui Cristo è visto come realizzazione delle profezie veterotestamentarie, e la sua storia ci mostra che Egli non cercò mai di riformare le Sacre Scritture, ma agì coerentemente con esse, facendosi immolare come sacrificio umano per placare l’ira di Dio (risalente all’offesa a lui fatta da Adamo ed Eva, punita con la cacciata dal Paradiso e col peccato originale per tutti i loro discendenti), e far riaprire le porte del Paradiso stesso, chiuse da allora (in questo senso Cristo è il nostro salvatore).
Oggi, la soluzione adottata del clero, con la complicità dei fedeli, per evitare di affrontare la natura spaventosa e politicamente scorretta del Dio biblico e di Cristo che si fa torturare e uccidere per compiacere suo padre, è quella di scoraggiare la lettura integrale della bibbia e di censurare (nel senso di ignorare o minimizzare) tutti i passaggi che costituiscono una dissonanza rispetto all’immagine di un Dio misericordioso e benevolo che il clero cerca di offrire. E infatti ai pochi che chiedono spiegazioni sulle evidenti ingiustizie divine, si riponde che si tratta di un mistero della fede che l’uomo non è in grado di spiegare e che pertanto è inutile (e forse anche pericoloso) indagare, per il rischio di perdere la fede stessa, che è il sommo bene.
Per capire la genesi, lo sviluppo e il senso della Bibbia da un punto di vista storico, sociologico e psicologico, consiglio a tutti la lettura del saggio “Facci un Dio” dello psichiatra Luigi Anepeta, che potete leggere in http://www.nilalienum.it/Sezioni/Opere/FacciUnDio.php o scaricare gratuitamente in formato PDF da http://www.nilalienum.it/Sezioni/Opere/facci_un_dio.pdf