La ragione non è tutto, e non è nemmeno la cosa più importante. E’ uno strumento utile ma limitato, che possiamo scegliere di usare o non usare, o di usare solo in certe misure e in certe situazioni, insomma, quando, quanto, dove e come ci conviene.
La ragione serve a risolvere problemi attraverso una logica simbolica, ma può anche creare problemi, ed è comunque problematica. Infatti, se la ragione è unica come concetto e fenomeno generale, esistono innumerevoli ragioni e modi di ragionare diversi, ovvero innumerevoli raccolte di simboli, significati e collegamenti logici, anzi, una raccolta per ogni essere umano, più o meno simili o contrastanti tra loro.
Ma la questione che vorrei qui sollevare è: quando conviene usare la ragione (la propria ragione) e quando invece conviene comportarsi in modo spontaneo, seguendo solo i propri sentimenti e le proprie pulsioni, senza sottoporli ad un esame critico “razionale” di opportunità, convenienza, utilità, eticità ecc.
La mia opinione è che è impossibile, oltre che pericoloso, usare costantemente la ragione, per due motivi.
Il primo motivo è che se sottoponessimo tutto il nostro comportamento al controllo della ragione, questa diventerebbe da serva (ovvero strumento) del nostro organismo, padrona di esso, il che sarebbe assurdo da un punto di vista evoluzionistico oltre che logico. Infatti la ragione è nata e si è sviluppata solo recentemente nella storia evolutiva degli esseri viventi, come strumento adattativo e non ha un fine in sé, ma serve solo a risolvere problemi di adattamento all’ambiente per l’organismo. Vale a dire che la ragione non può essere un’autorità suprema, ma deve servire, ovvero deve ricevere i suoi scopi dall’organismo che la ospita e dal suo ambiente.
Il secondo motivo è che la ragione, come fenomeno che possiamo osservare in noi e negli altri, è molto limitata e piena di errori, oltre che molto varia e contraddittoria, per cui affidarle il controllo completo della nostra vita ci esporrebbe a gravissimi rischi di comportamenti nocivi per noi e per gli altri. Infatti ognuno ha ragione dal suo punto di vista e il conflitto tra ragioni diverse è la norma piuttosto che l’eccezione. Occorre anche dire che la ragione tende a risolvere i problemi individuali piuttosto che quelli sociali, per cui un suo uso incontrollato potrebbe causare gravi danni alla collettività.
Usiamo dunque la ragione con cautela, solo quando è necessario perché non riusciamo a risolvere altrimenti i nostri problemi, e soprattutto cerchiamo di migliorarla attraverso l’esame delle ragioni altrui e lo studio dell’opera di grandi e buoni psicologi e filosofi, anche se non è facile individuare e distinguere quelli grandi dai piccoli, i buoni dai cattivi e in questo non ci si può fidare nemmeno delle indicazioni degli accademici.