Introduzione al caffè filosofico del 3/2/2022 sul tema “Gli inganni della mente”

Introduzione al caffè filosofico del 3/2/2022 sul tema “Gli inganni della mente”

Come ci dice il vocabolario Treccani, l’inganno consiste in una falsa opinione, un errore di valutazione, o una illusione.

In un inganno possiamo distinguere un emettitore (l’ingannatore), un ricevitore (l’ingannato), e  un messaggio (o informazione) che asserisce una falsità presentandola come verità.

Un inganno può essere consapevole o inconsapevole. È consapevole quando l’emettitore sa che l’informazione comunicata è falsa, è inconsapevole quando l’emettitore crede che l’informazione comunicata sia veritiera pur non essendo tale.

Per definizione, noi crediamo che ciò in cui crediamo sia vero, altrimenti non ci crederemmo. Tuttavia può succedere che crediamo in falsità. Questo tipo di inganno può essere dovuto alla ricezione di una informazione falsa proveniente da una fonte che riteniamo affidabile, oppure da una erronea elaborazione mentale di una nostra esperienza. Nel secondo caso possiamo parlare di “autoinganno”. Il termine “inganni della mente” che costituisce il titolo del caffè filosofico di questa sera, è da intendersi, appunto, come “autoinganno”.

A mio avviso esistono due categorie di autoinganni: quelli non funzionali e quelli funzionali. Gli autoinganni non funzionali non hanno alcuna utilità, e sono dovuti ad errori involontari e  inconsapevoli della mente o del sistema nervoso in generale. Gli autoinganni funzionali servono invece ad un certo scopo inconscio, che può essere quello di ottenere un piacere o di evitare un dolore.

Daniel Goleman, nel suo libro “Menzogna, autoinganno illusione”, ci insegna che la nostra attenzione e i nostri pensieri non sono volontari, ma “pilotati” da meccanismi automatici inconsci il cui scopo è la ricerca del piacere e l’evitamento del dolore. Qui per dolore si intendono soprattutto l’angoscia, la paura, e lo stress mentale dovuti a incoerenze, contraddizioni, perdita di autostima, non conformità, emarginazione sociale, ecc. e per piacere s’intendono sensazioni di sicurezza, autostima, conformità, integrazione sociale, coerenza, non contraddizione ecc. In tal senso, l’errore che è alla radice dell’autoinganno consiste in lacune cognitive e salti di logica provocati dai meccanismi di cui sopra, per tutelare il benessere mentale del soggetto.

Gli autoinganni hanno generalmente una rilevanza sociale nel senso che possono essere funzionali al mantenimento di buone relazioni sociali. Infatti se viviamo in un ambiente sociale in cui la maggior parte degli altri credono in certe falsità, condividere le false credenze costituisce un fattore di coesione sociale, come ci spiega Yuval Noah Harari in questa citazione:

“Anche se dobbiamo pagare un prezzo per disattivare le nostre facoltà razionali, i vantaggi di una maggiore coesione sociale sono spesso così grandi che storie inventate normalmente prevalgono sulla verità nella storia dell’umanità. Gli studiosi lo hanno saputo per migliaia di anni, ed è per questo che […] hanno dovuto scegliere se servire la verità o l’armonia sociale. Dovrebbero mirare a unire le persone facendo in modo che ognuno creda alla stessa falsità, o dovrebbero far conoscere la verità al prezzo della disunione? Socrate scelse la verità e fu condannato a morte. Le più potenti istituzioni sociali della storia (clero cristiano, mandarini confuciani, ideologi comunisti ecc.) hanno fatto prevalere l’unione sulla verità. Per questo erano così potenti.” [Yuval Noah Harari] 

Tratto da https://www.nytimes.com/2019/05/24/opinion/why-fiction-trumps-truth.html

Anche Steven Pinker collega l’autoinganno alle emozioni e ai rapporti sociali, come spiegato nella seguente citazione:

“Trivers, portando alle sue logiche conseguenze la sua teoria delle emozioni, nota che in un mondo pieno di macchine rivelatrici delle falsità la miglior strategia è quella di credere alle proprie menzogne. Non puoi far scoprire le tue intenzioni nascoste se non pensi che siano le tue intenzioni. Secondo questa teoria dell’autoinganno, la mente cosciente nasconde a se stessa la verità per meglio nasconderla agli altri. Ma la verità è utile, e perciò dovrebbe essere registrata da qualche parte nelle mente, ben protetta dalle parti che interagiscono con le altre persone.” [Steven Pinker]

Il tema dell’autoinganno mi sta molto a cuore perché lo ritengo fondamentale per comprendere la natura umana e i mali della società. Ad esso ho dedicato un lungo capitolo del mio libro “Psicologia dei bisogni” che vi invito a leggere per un approfondimento del tema stesso (https://psicologiadeibisogni.it/autoinganno/).

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