(Mio intervento al caffè filosofico di Lione, il 29/9/2020 sul tema: L’art est-il plus intellectuel ou plus sensuel?)
A mio avviso, l’arte è sensuale e intellettuale in misura diversa da persona a persona. In alcuni prevalgono l’effetto e l’interesse sensuali, in altri quelli intellettuali. Nietzsche aveva esaminato questi due aspetti nel suo primo libro (“La nascita della tragedia dallo spirito della musica”), e li aveva chiamati dionisiaco e apollineo.
Per Nietzsche l’arte figurativa è prevalentemente apollinea, mentre la musica è senz’altro dionisiaca. L’apollineo, ovvero il razionale e intellettuale, che per Nietzsche ha in Socrate il nefasto capostipite, ci induce al nichilismo in quanto ci mostra la caducità e assurdità della vita, mentre il dionisiaco ci risolleva dal pessimismo nichilista facendoci sentire in armonia con la natura (in senso fisico, musicale, non intellettuale). Infatti l’ebbrezza del dionisiaco incanta, e in tal modo attenua o inibisce il severo giudizio dell’intelletto.
Ovviamente, i due aspetti possono convivere, e normalmente convivono in quasi tutte le opere d’arte, aiutandoci a conciliare i due aspetti, dato che ognuno di essi, senza l’altro, sarebbe letale.
Io credo che con l’arte moderna e contemporanea la divisione in intellettuale e sensuale, o apollineo e dionisiaco, non sia più sufficiente per capire e qualificare l’arte.
Infatti io credo che un’opera d’arte debba essere intellettualmente stimolante, o sensualmente affascinante, o un misto delle due cose, ovvero debba stimolare il pensiero suscitando domande, inibirlo o dirigerlo in certe direzioni volute dall’artista. L’importante è che non lasci indifferenti, che susciti qualche reazione, senza escludere la repulsione.
Nell’arte antica e pre-moderna, l’opera d’arte doveva soprattutto affascinare con la sua bellezza, e al tempo stesso celebrare, cioè glorificare, persone, luoghi, eventi, istituzioni, religioni ecc.
Nell’arte moderna e contemporanea, invece, l’opera d’arte deve soprattutto rompere con il passato e decostruirlo, in nome di un rinnovamento anche se solo accennato. Deve dunque colpire sia come novità, o cambiamento, sia come osservazione impietosa di aspetti spregevoli della nostra civiltà e cultura che devono essere superati.
Oggi, infatti, qualunque cosa, nel momento in cui viene ritagliata, incorniciata ed esposta in un museo o in una casa privata, costituisce un’opera d’arte e uno stimolo per pensare, o per decostruire un pensiero. Perfino una cornice vuota. È questo un fatto più intellettuale o più sensuale? Dipende dall’osservatore.