L’illusione del dominio dell’io

L’illusione del dominio dell’io

Più discuto con qualcuno sulla natura umana e più mi pare che la maggiore parte della gente crede che la mente* sia unitaria (ovvero non costituita da parti autonome), comandata e supervisionata dalla coscienza, tranne in casi di malattie mentali, in cui la mente, per cause biofisiche o biochimiche, si trova dissociata in parti che non rispondono al controllo dell’io, dove per “io” si intende, al tempo stesso, la coscienza, la memoria, l’attenzione, la ragione e la volontà (o libero arbitrio).

* con il termine “mente” intendo sia sia la mente comunemente detta, sia la “psiche”, ovvero il conscio e l’inconscio, vale a dire il consapevole e l’inconsapevole, considerati come entità interagenti.

Come potete immaginare, io la penso diversamente. Credo, cioè, che l’io, che preferisco chiamare “io cosciente” sia solo uno di diversi agenti mentali autonomi che costituiscono la mente e che interagiscono tra di loro scambiandosi informazioni (tra cui comandi, domande e risposte) all’insaputa dello stesso io. Questo ha uno scarso potere sul resto della mente, s’illude di comandarla, ma in realtà è governato da vari agenti mentali che si contendono il dominio su di esso. Sì, perché l’io cosciente, sede della razionalità, non è nato, nel corso dell’evoluzione, per comandare l’organismo, o la mente, ma per servirla, ovvero per facilitare la soddisfazione dei bisogni dell’individuo e della specie, sia quelli innati (ovvero geneticamente determinati) che quelli acquisiti nel corso delle esperienze.

Devo questa mia visione della mente alla lettura di diversi autori (filosofi e/o psicologi) come George Herbert Mead, Gregory Bateson, Edgar Morin, Marvin Minsky, Arthur Schopenhauer, Friedrich Nietzsche, Sigmund Freud, Luigi Anepeta, Alfred Korzybski e altri.

Vedere la mente come complesso monoautonomico (in cui l’io è prevalentemente dominante) o pluriautonomico o psicodinamico (in cui l’io è prevalentemente dominato) ha delle implicazioni profonde nella visione del mondo, della società e di se stessi da vari punti di vista, tra cui quelli psicologico, psicoterapeutico, epistemologico, etico, politico ed economico, e nel modo di ragionare e di giudicare il comportamento umano. Si tratta di due visioni antitetiche e mutuamente incompatibili che possono spiegare molto bene la discordia e l’incomprensione tra i sostenitori della centralità e autorità assoluta dell’io e quelli della psicodinamica, per esempio, nelle discussioni politiche.

Al fine di una migliorare la comprensione, il rispetto e la convivenza tra gli esseri umani, ritengo necessario affrontare e approfondire questo tema nelle scuole e nella vita sociale. Sono infatti convinto che se la maggioranza della gente accettasse l’idea che la nostra mente è costituita da diversi agenti mentali autonomi che condizionano l’io, ci sarebbero meno conflitti tra le persone, più comprensione dei fenomeni sociologici e psicologici e una maggiore soddisfazione dei bisogni umani attraverso interazioni umane più cooperative e costruttive.

Tutti sanno che il corpo umano è costituito da organi autonomi che collaborano tra loro, nessuno dei quali domina sugli altri e ognuno dei quali, in caso di malfunzionamento, è in grado di mettere in crisi l’intero organismo. Verrà un giorno in cui anche la mente sarà vista nello stesso modo.

Concludo con alcune citazioni.

Un pensiero viene quando vuole “lui”, non quando voglio “io”. [Friedrich Nietzsche]

La coscienza è l’ultimo e più tardo sviluppo dell’organico e di conseguenza anche il più incompiuto e il più depotenziato… Si pensa che qui sia il nocciolo dell’essere umano: ciò che di esso è durevole, eterno, ultimo, assolutamente originario! Si considera la coscienza come una stabile grandezza data! Si negano il suo sviluppo, le sue intermittenze! la si intende come unità dell’organismo! Questa ridicola sopravvalutazione, questo travisamento della coscienza hanno come corollario un grande vantaggio, consistente nel fatto che con ciò è stato impedito un troppo celere perfezionarsi della medesima. Perché gli uomini ritenevano di possedere già la coscienza, si sono dati scarsa premura per acquistarla, e anche oggi le cose non stanno diversamente! [Friedrich Nietzsche]

L’individuo è libero di fare ciò che vuole, ma non di volere ciò che vuole. [Arthur Schopenhauer]

Wundt cercava, nel sistema nervoso, dei centri responsabili dell’unità di azione della persona, ma non riuscì ad isolarne alcuno. L’unità del comportamento è un’unità di integrazione, ma il modo in cui tale integrazione tra le diverse parti avviene è per noi sconosciuto. [George Herbert Mead]

Dimostreremo che si può costruire una mente da tante piccole parti, ciascuna senza una mente. [Marvin Minsky]

Una persona fa ciò che fa perché percepisce il mondo in un certo modo. [Alfred Korzybski]

L’io cosciente, in nome del suo bisogno supremo di unità, di coesione e di coerenza, adotta meccanismi di repressione e di rimozione nei confronti di tutti gli aspetti interni contraddittori, quindi costruisce un’immagine di sé unitaria che è falsificata. [Luigi Anepeta]

l’Io non è padrone in casa sua. [Sigmund. Freud]

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