Il nostro tempo è caratterizzato da una generale repulsione nei confronti di valori e regole condivise, all’insegna di un soggettivismo e relativismo etici esasperati, in una strenua quanto inutile lotta contro idee di dittature morali e intellettuali che sono ormai, almeno nel nostro paese e al di fuori dell’ambito religioso, solo fantasmi. Infatti il pendolo, da un eccesso di etica condivisa, si sta velocemente spostando verso la sua totale mancanza.
In tale spirito, l’idea di una saggezza condivisa viene vista dalla maggioranza con orrore, come la garanzia di un dogmatismo lavacervelli e dittatoriale, e in questo modo si butta via la stessa idea di saggezza, come se la società potesse e dovesse farne a meno, e si nega a chiunque il diritto di giudicare altri che se stessi per il semplice fatto che non ci sono paradigmi di giudizio condivisi.
Secondo me i “soggettivisti morali” sono vittime e portatori di una mentalità che, se non interverranno dei correttivi, porterà prima o poi la società alla catastrofe per effetto della dittatura democratica di una maggioranza di individualisti, soggettivisti, ignoranti della natura umana e incapaci di costruire un progresso civile.