Nessuno ha mai verificato con metodo scientifico l’esistenza del super-io, tuttavia io suppongo che esso esista in qualche modo, e faccio uso di questo concetto nella mia vita di tutti i giorni perché è una chiave che mi permette di spiegare tante cose del funzionamento della mente mia e degli altri. Lo stesso vale per tanti altri concetti psicologici.
Come recita il vocabolario Treccani, il termine “scienza” ha due significati, essendo l’ “insieme delle discipline (1) fondate essenzialmente sull’osservazione, l’esperienza, il calcolo o (2) che hanno per oggetto la natura e gli esseri viventi, e che si avvalgono di linguaggi formalizzati”.
Quindi parliamo di una scienza in senso fisico/matematico, che applica il metodo scientifico per verificare ciò che afferma, e una scienza in senso lato che è un insieme di teorie e opinioni non necessariamente verificabili scientificamente.
In altre parole, dobbiamo distinguere le scienze in verificabili e non verificabili.
La psicologia (ad eccezione delle neuroscienze) è ovviamente una scienza non verificabile, e insistere nell’affermare che sia verificabile non le fa bene, le toglie credibilità.
Cosa dovremmo pensare di un filosofo che affermi che la sua filosofia è una scienza verificabile? La psicologia è molto simile alla filosofia, anzi, io le metterei insieme in un’unica disciplina, perché l’una non può fare a meno dell’altra se non vuole essere orba e monca.